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La scuola è malata, ripartiamo da Barbiana – Comunicato stampa

COMUNICATO STAMPA

Nel convegno che si è svolto ieri (martedì 26 giugno) a Barbiana: >La suola è malata ripartiamo da Barbiana<, è stata costantemente presente la vicenda dei cinque bambini bocciati in prima elementare  in una scuola di Pontremoli. Il convegno è stato aperto con la lettura  di un brano di lettera ad una professoressa che sembrava scritto appositamente per rispondere alle maestre >selezionatrici<:  >…Voi dite di avere bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. E’ più facile che i dispettosi siate voi…<.

 Il presidente della fondazione Michele Gesualdi nella sua relazione ha calcato ulteriormente  la mano affermando:  che le bocciature di quei cinque bambini è l’autocondanna di una scuola e di un gruppo di insegnanti che non sanno fare il loro mestiere. Se in un’industria un operaio sbaglia il 25% dei pezzi la colpa non è dei pezzi non riusciti, ma dell’ operaio e quantomeno viene sanzionato. Nella scuola no, la colpa è dei bambini e non delle maestrine. Queste fanno un danno grave a 5 bambini nel loro primo impatto con la scuola, li segnano per la vita col timbro dei diversi, dei  vinti, ferendo nel contempo ragazzi scuola e società e …partono per il mare senza pagare nessuna conseguenza per il danno che la loro incapacità ha fatto. Una scuola che funziona ha concluso Gesualdi , soprattutto nell’età dell’obbligo prende per mano gli ultimi li porta al livello dei primi ed insieme proseguono il loro cammino scolastico.

Tale concetto è stato rafforzato nella relazione  del Prof. Lauro Seriacopi  il quale,  premettendo che la complessità sociale rende davvero più difficile la risposta istituzionale e la professionalità docente nell’azione educativa ,  ha sottolineato  che la scuola e i docenti  sono chiamati ad accettare la sfida di lavorare per il successo scolastico e formativo di ogni studente. Ricorda, rispondendo alle possibili  giustificazioni  delle maestre di Pontremoli, che la valutazione del processo formativo non può  diventare uno strumento terroristico che sacrifica il bene del singolo per il bene dell’ istituzione.  La vera vittoria della scuola e della professionalità docente si fonda sulla capacità ad accogliere e ad  individualizzare i percorsi formativi. La riqualificazione ed il successo professionale del docente è un po’ come quello del medico che riesce a curare anche i malati  gravi e a costruire il loro benessere, sperimentando e rischiando nuovi metodi e nuove relazioni. Non si qualifica la scuola bocciando ed espellendo  i  ragazzi,  ma rimuovendo gli ostacoli e  accogliendo le diversità che si affacciano alla scuola come nuove opportunità per la costruzione di un modello  educativo democratico. 

 

Lo stesso sottosegretario della pubblica istruzione Marco Rossi Doria  nel suo videomessaggio che ha fatto pervenire al convegno, ha poi  sottolineato che il primo problema della scuola dell’obbligo resta i  ragazzi che perde: oggi in Italia oltre il 18% (media tra le più alte degli Stati europei).

 

A conclusione del convegno è stato deciso di inviare una lettera alle maestre della scuola di Pontremoli , firmata simbolicamente dai nuovi Gianni degli anni 2000.

 

 Firenze, 25 giugno 2012                                 

                                                                     

Fondazione don Lorenzo Milani

       Michele Gesualdi

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