domenica, Ottobre 6, 2024
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Don Milani raccontato agli ospiti di Palazzo Migliori

 

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo articolo scritto da Piero Di Domenicantonio, che racconta una serata molto speciale dedicata a don Lorenzo.

 

“Cosa ha fatto scattare in Lorenzo Milani la vocazione a farsi prete e, soprattutto, prete dei poveri?”. Questa curiosità, Sergio, un uomo con alle spalle tanti anni di vita in strada, se la portava dentro da quando, agli inizi di luglio, andammo in visita con alcuni amici a Barbiana per preparare il numero di settembre del nostro giornale. Pensando all’apertura dell’anno scolastico, volevamo infatti dedicare “L’Osservatore di Strada” – il mensile dell’”Osservatore Romano” dove “gli ultimi diventano protagonisti”, come ha detto Papa Francesco – a “Maestra povertà”. E non avremmo potuto farlo senza ricordare la straordinaria esperienza della scuola popolare realizzata da don Milani sull’Appennino toscano soprattutto nell’anno centenario della sua nascita.

E’ passato più di un mese e, finalmente, Sergio ha trovato la persona giusta alla quale porre la sua domanda: uno dei ragazzi del priore, anzi il primo che, allora chierichetto, alla vigilia dell’Immacolata del 1954 vide arrivare don Milani nella chiesetta di Barbiana, avvolto in un mantello zuppo di pioggia. “Nella sua vita – è stata la risposta – non ci fu una folgorazione, una caduta da cavallo. Con noi ragazzi non parlò mai del ‘prima’. Per noi era il priore, il nostro maestro, il nostro babbo”.

Non so se Sergio sia rimasto soddisfatto. Ma, di certo, l’incontro con Agostino Burberi, oggi presidente della Fondazione che tiene vive la memoria e l’eredità di don Milani, è stato un dono straordinario. Come lo è stato per tutti gli ospiti della casa di accoglienza di Palazzo Migliori che la sera del 18 settembre si sono raccolti sulla loro terrazza affacciata sul colonnato della basilica di San Pietro per ascoltare quel ragazzino di 68 anni fa al quale don Lorenzo, con la sua scuola popolare, ha cambiato la vita.

La redazione dell’”Osservatore di Strada” è una redazione “diffusa”. E Palazzo Migliori è uno dei tanti centri di assistenza in Roma ai quali il giornale fa riferimento. E’ qui che ogni domenica mattina ci ritroviamo per iniziare la distribuzione del giornale tra i fedeli prima della recita dell’Angelus con il Papa. Ed è qui che ricevono assistenza ed accoglienza alcuni dei nostri redattori. La casa è una dimora nobiliare risalente alla fine del 1700. Ceduta alla Santa Sede nel 1930, divenne sede di un convento di religiose. Poi, quando le suore l’abbandonarono, il suo destino sembrava segnato: diventare uno dei tanti hotel di lusso che sorgono nei pressi di piazza San Pietro. Ma questa non era l’idea di Papa Francesco che, intervenendo di persona, nel 2019 ha voluto che diventasse l’hotel per i poveri, affidandolo all’Elemosineria apostolica. Gli ospiti oggi sono più di trenta, assistiti dai volontari della Comunità di Sant’Egidio.

Riportare don Milani tra i poveri è stata l’idea che ha ispirato l’incontro con Agostino Burberi. Già a fine giugno, su invito dell’”Osservatore di Strada”, Palazzo Migliori aveva accolto lo scrittore Eraldo Affinati che ha raccontato don Milani, prete, profeta, maestro e scrittore (qui potete leggere il resoconto di quel vivace dibattito [https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-09/ods-013/un-prete-un-profeta-un-maestro-e-uno-scrittore-che-spezzava-il-p.html]). Poi, dopo la visita di Sergio a Barbiana (questo il racconto che ne ha fatto Giuditta Bonsangue [https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-09/ods-013/barbiana-la-scuola-dove-si-imparava-a-vivere.html]) e l’amicizia e la sintonia che si sono subito instaurate con la Fondazione, è sembrato del tutto naturale che nel dialogo tra don Milani e i poveri di oggi non potessero mancare la testimonianza e il dialogo con un testimone. E chi meglio di Agostino?

Tante sono state le domande. E belle le risposte che hanno fatto sentire quanto ancora oggi ci sia bisogno della voce di quel prete considerato “scomodo”, ma sulla cui tomba si è chinato a pregare Papa Francesco.

A chiusura della serata, il presidente Burberi ha donato a tutti gli ospiti una copia di “Lettera a una professoressa”, la grande “lezione” della scuola di Barbiana che parla di riscatto, perché nessuno – giovane o anziano – può essere abbandonato come uno scarto.

Piero Di Domenicantonio

Coordinatore dell’Osservatore di Strada

 

P.S.: Sono doverosi, da parte mia, alcuni ringraziamenti. Agli ospiti di Palazzo Migliori, per l’interesse, la curiosità e l’attenzione con la quale hanno partecipato a questa bella serata. Al presidente della Fondazione don Milani, Agostino Burberi, che con tanta simpatia ha ricordato i giorni e le notti passate a studiare accanto a don Lorenzo e che ci ha fatto sentire la potenza del messaggio sociale e civile di quel sacerdote. A tutto lo staff della Fondazione per aver voluto e organizzato questo incontro. Agli amici della Comunità di Stant’Egidio – in particolare al professor Adriano Roccucci, vice presidente, e a Carlo Santoro, responsabile di Palazzo Migliori – per l’ospitalità e la condivisione. A fra’ Agnello Stoia, parroco di San Pietro, che ha condiviso con noi questo momento di dialogo e di amicizia. Al direttore dell’”Osservatore Romano”, Andrea Monda, all’amico Giuliano Crepaldi, presidente della San Vinvenzo di Roma – che ha offerto ospitalità agli amici arrivati da fuori Roma – e a tutti coloro che, tra le molte difficoltà della vita, condividono l’avventura dell’”Osservatore di Strada”: è a loro che appartiene questo giornale ed è con loro che vogliamo costruire una società improntata all’”I Care” di don Milani.

Grazie

piero

Leggi un resoconto della serata sull’Osservatore Romano

Foto di Matteo Pernaselci