sabato, Luglio 27, 2024
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Cos’è il merito? Suggeriamo al neo ministro Valditara di rileggere o leggere Lettera a una professoressa

La nuova definizione attribuita dal Governo di Destra al ministero dell’Istruzione, ove si aggiunge la parola “merito”, ci lascia quantomeno attoniti e dubbiosi. Nulla contro il sostantivo “merito”. Lo stesso priore di Barbiana, don Lorenzo Milani, aveva fatto in modo che tutti fossero meritevoli. Ma cos’è il merito per il neo ministro Giuseppe Valditara e per la premier Giorgia Meloni? In base a quali valori possiamo definirlo? Sapere del potere? Furbizia, astuzia successo? Chissà se Valditara e Meloni, hanno mai letto “Lettera a una professoressa” ove nel paragrafo cultura umana si scrive:

A lei rombano sotto le finestre mille motori al giorno. Non sa chi sono né dove vanno. Io so leggere i suoni di questa valle per chilometri intorno. Questo motore lontano è Nevio, che va alla stazione un po’ in ritardo. (…). Lei se parla con un operaio sbaglia tutto: le parole, il tono, gli scherzi. Io so cosa pensa un montanaro quando sta zitto e so la cosa che pensa mentre ne dice un’altra

Tale riflessione vale per il merito sia riferito ai docenti che ai ragazzi. Ci saremmo aspettati che il nuovo ministero dell’Istruzione fosse denominato “Ministero dell’Istruzione e dell’accoglienza” anziché “Ministero dell’Istruzione e del merito” non perché la scuola non debba riconoscere ed esaltare i meriti di tutti e di ciascuno (è implicito nelle sue funzioni), ma perché sono gli abbandoni scolastici il vero problema della scuola.

La scuola deve definire che cosa intende per merito e mettere tutti (Gianni e Pierini) nelle medesime condizioni per sviluppare talenti e far crescere meriti come prevede la Costituzione (art.3, art.34). Il sapere non è proprietà esclusiva e gelosa di pochi depositari, né merce acquisibile solo da chi ne è depositario o può comprarla, ma appartiene a tutti, è aperto a tutti  ed è in via di definizione continua o ridefinizione da parte di tutti, soprattutto esso non serve per opprimere gli altri o pavoneggiarsi, ma come dono per gli altri, per metterlo a disposizione e fruirne insieme agli altri.

Forse è utile tornare alle parole di don Milani: “E’ impossibile dividere in parti eguali tra diseguali”. E ancora citando il priore il neo ministro dovrebbe leggere la lettera a Bernabei sulla cultura degli ultimi in “La parola fa eguali”:

E’ da presumersi a priori che per esempio un boscaiolo di vent’anni sia ricco di cognizioni e di una visione del mondo pari a quella di un universitario di vent’anni. Non voglio dire eguale, ma equivalente si. Più ricca da una parte, più povera dall’altra. In conclusione non certo inferiore. Anzi se proprio dovessi dire la mia opinione sono incline a credere che Dio abbia voluto dare piuttosto qualcosa in più al diseredato che all’altro, il buon senso, l’equilibrio, il realismo…

Ci auguriamo che se il sostantivo “merito” non è solo uno slogan, possa essere al più presto definito e chiarito da chi ricopre il ruolo di guida della Scuola di tutti e sostanziato in uno straordinario investimento perché gli ultimi siano meritevoli.