venerdì, Dicembre 6, 2024
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Una riflessione di Rosy Bindi su politica e revisionismo

Riceviamo dalla presidente del Comitato del Centenario della nascita di don Lorenzo Milani la seguente  importante riflessione che ci aiuta ad approfondire e comprendere l’attuale momento politico con lo spirito dell’ I Care del nostro priore. Che Barbiana sia sempre “faro” che illumina, ”lievito che feconda, ”presidio” per la difesa dei valori della nostra Costituzione ed in particolare dei valori dell’ inclusione!

La presidente del consiglio Meloni avrebbe dovuto fin all’inizio del suo governo sottrarsi alle accuse di nostalgie del ventennio fascista. Purtroppo non l’ha fatto, se non in modo episodico e selettivo: le leggi razziali o la deportazione degli ebrei italiani.
Ma gli anniversari della strage di Bologna e dell’Italicus hanno reso evidente che l’impossibilità di dichiararsi antifascista sta nel legame, culturale e sentimentale, della destra al governo con il neofascismo degli anni Settanta e Ottanta.
E bastato che il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto ricordasse quel legame per provocare una reazione indispettita della Meloni che ha unito il vittimismo tipico della nostra premier al revisionismo storico che da tempo impegna gli eredi della fiamma missina.
Nella sua dichiarazione Meloni non ha riconosciuto la matrice neofascista della strage, come ha invece fatto con parole nette il Presidente Mattarella anche per l’attentato del 1974 al treno Italicus.

Affermando che ‘le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni di destra’ la strage di Bologna, Meloni ha messo in contrapposizione verità storica a verità giudiziaria. Ed è bastato leggere l’intervista del presidente della Commissione cultura della Camera per averne una conferma. Esplicito nel mettere in discussione la sentenza definitiva, l’on. Mollicone di FdI, ha chiesto che il Ministro Nordio intervenga per accertare la correttezza dei processi, sostenendo che alcuni magistrati hanno costruito teoremi per colpire la desrta e nascondere la contiguità tra il Pci e il terrorismo brigatista. Anche questa è una operazione di revisionismo storico con cui si vorrebbe equiparare il rapporto tra le forze politiche di sinistra e il terrorismo rosso e le forze politiche di destra con il terrorismo neofascista. Non si tratta della stessa cosa, ci sono differenze profonde. Non solo il PCI ha contribuito a scrivere la Costituzione, ma in quegli anni prese posizioni nettissime contro il terrorismo rosso e Guido Rossa fu ucciso dalle brigate rosse. Durante il sequestro Moro, la Dc e il PCI, mantenendo una posizione di rigorosa fedeltà ai principi dello Stato per non avallare alcun tipo di cedimento al terrorismo e sacrificarono la vita di Moro. Quegli anni sono stati terribili e abbiamo vinto il terrorismo grazie all’amore degli italiani pe la democrazia e al rispetto delle garanzie costituzionali, che non furono mai sospese.

Questa destra è convinta che aver vinto le elezioni l’autorizza di riscrivere la storia, cambiare la Costituzione e stravolgere un pilastro della nostra democrazia, come la separazione dei poteri.
Anche l’entrata a gamba tesa del governo sull’incontro di boxe alle Olimpiadi di Parigi, tra un’atleta algerina e un’italiana, è un ennesima prova che la presidente del Consiglio e questa destra ai vertici dello Stato non riconoscono l’autonomia dei diversi ordinamenti.

Non si accetta l’autonomia della magistratura, l’autonomia della stampa, l’autonomia dello sport, l’autonomia delle forze di opposizione.

Nella concezione politica di questa destra aver vinto le elezioni significa dettare legge su tutti, senza rispettare i singoli ordinamenti. Non conoscono l’ABC della democrazia che si si basa sull’autonomia degli ordinamenti e sul rispetto dei diritti fondamentali delle persone.
Non mi meraviglia che nel centenario della nascita di Franco Basaglia, Fdi abbia presentato un disegno di legge che di fatto vuole riaprire i manicomi e trattare la salute mentale con la reclusione. E’ l’ultimo attacco a grandi riforme di civiltà come La Legge180 e la 833 che riconoscono il diritto alla salute per tutti e la dignità delle persone più fragili.

Nel centenario di don Milani, che voleva una scuola inclusiva che accogliesse tutti, si sono inventati l’ideologia del merito con una scuola che torna a selezionare e a discriminare. Nel centenario di Basaglia, che considerava la libertà terapeutica, si torna a segregare i presunti matti. Più revisionismo storico di questo non c’è.

Rosy Bindi