giovedì, Aprile 18, 2024
Ci hanno scritto

LA MIA PRIMA VISITA A BARBIANA di Aronne Galeotti

Ci scrive Aronne Galeotti

Trascrivo la riflessione dopo la mia prima visita a Barbiana. In quella circostanza decisi di lasciare il mio primo lavoro da Agronomo in una grande azienza e di diventare insegnante; l’ho fatto per 31 anni in uno splendido Istituto Agrario, fino a quando sono andato in pensione.

LA VISITA A BARBIANA DOV’È VISSUTO DON LORENZO MILANI  (Lettera ad un’amica del 26/08/1984)

Carissima,

tu sai che io sono troppo razionale ed il Signore, pochi giorni fa,  ha voluto scuotermi con un’esperienza molto concreta: la visita a Barbiana dov’è vissuto don Lorenzo Milani.

Dinanzi alla povertà, all’isolamento dei luoghi ed alla fedeltà totale di don Lorenzo nella sofferenza ed emarginazione mi è affiorato alla mente un mosaico di tante verità (espresse nel Vangelo ed in tutta la Parola di Dio), partendo proprio dall’esperienza del martirio dei Santi, testimoni fedeli  (Ap 14, 18-19).

“Io sono la vite e voi i  tralci. Chi rimane in me ed Io in lui, fa molto frutto… “(Gv 15, 5).

I cristiani che rimangono fedeli sino in fondo, come don Lorenzo, sono i frutti maturi della vigna del Signore e se, anche per il male che lo vinse, egli ha versato il suo sangue (Ap 14, 20) insieme a quello di Cristo, di certo ora vive con Lui (Rm 6, 8).

Sulla sua tomba nel piccolissimo cimitero di Barbiana mi è sorta sulle labbra questa preghiera: “Signore, ti ringraziamo per don Lorenzo che è rimasto unito a Te sino alla fine;  che ha partecipato con la sua morte alla Tua morte”. 

Tutti gli altri che erano con me si sono uniti a questa preghiera mentre il pianto mi rompeva la voce

Sempre ripensando alla vicenda di don Lorenzo, ho poi sentito questa grande consolazione: “Beati, fin d’ora, i morti che muoiono nel Signore. Si, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono “ (Ap 14,13). Opere compiute in estrema povertà, di mezzi e di gratificazioni umane, gratuitamente, con fatica quotidiana, pagata con ferite dolorose nella propria carne, concluse con un apparente fallimento, sconfitta agli occhi del mondo, sono oggi, purificate dal Signore, la “veste di lino puro, splendente” (Ap 19, 8) che don Lorenzo indossa al cospetto del Padre, del cui mistero aveva già fatto esperienza con i poveri, gli ultimi, quelli che non contano e che lui sentiva come la voce stessa di Dio.

                                                           Aronne