2 settembre, Malnate – La forza della parola: l’attualità di don Milani
Lunedì 2 settembre alle ore 21:15, Agostino Burberi parteciperà a Malnate ad un incontro pubblico dal titolo La forza della parola: l’attualità di don Milani.
Riportiamo di seguito una nota introduttiva all’evento, scritta dagli organizzatori.
Nella vita, a volte, ci sono convergenze di idee, fatti, incontri, situazioni che hanno il “sapore” della grazia e che permettono la realizzazione di progetti, a lungo pensati, che poi improvvisamente si traducono in opportunità e naturalmente, senza sforzo apparente, diventano realtà:
- quest’anno la nostra comunità festeggia il 50esimo del campeggio oratoriano;
- il consiglio del campeggio ha promosso l’edizione di un libro per celebrare questo compleanno nel quale raccogliere le testimonianze di coloro che hanno scelto l’esperienza del campeggio come “palestra” di formazione umana e di educazione cristiana di molte giovani generazioni;
- a settembre verrà inaugurata una nuova aula, (pro-tempore in attesa di ampliare ed attrezzare altri spazi) per il doposcuola della parrocchia che da anni si occupa di sostegno scolastico e sociale per bambini e ragazzi della nostra comunità.
La cura per i bambini, i ragazzi e i giovani è stato dunque lo sfondo integratore che ha unito tutte queste realtà concretizzandosi nel tema centrale della Sagra Settembrina di quest’anno.
Pertanto, il gruppo organizzatore della Sagra Settembrina, ha scelto di dedicare a Don Lorenzo Milani l’annuale mostra in chiesa, per suggellare il grande messaggio del sacerdote fiorentino che ha contraddistinto il progetto educativo del nostro campeggio: “I CARE” (MI STA A CUORE).
I pannelli, che verranno posizionati lungo le navate della parrocchia, saranno un tributo ad un grande educatore che fu innovatore pedagogico, appassionato del “destino” di tanti bambini, ragazzi e giovani a lui affidati, un prete e un maestro straordinario, un profeta religioso e civile dalla grande onestà intellettuale, un testimone ancora attuale del Vangelo.
Si tratta di un’occasione eccezionale per veicolare, soprattutto alle giovani generazioni, il pensiero e la vita di questo prete, accompagnando la comunità ecclesiale e la comunità civile alla rilettura di don Milani, per un approccio critico, che non sia meramente celebrativo e che permetta a chiunque di arricchirsi, grazie al pensiero, mai banale, di don Lorenzo.
“Don Milani è stato un testimone coerente e scomodo del suo tempo, “battistrada” di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana.
La sua fede esigente e rocciosa, il suo parlare poco curiale, i suoi modi, a volte impetuosi, lontani da quelli consueti, destavano apprensione in qualche autorità ecclesiastica.
In tempi lontani dalla globalizzazione e da internet, da Barbiana, dove fu esiliato, allora senza luce elettrica e senza strade asfaltate, il messaggio di don Milani si è propagato con forza fino a raggiungere ogni angolo d’Italia e del mondo.
Il motore primo delle sue idee di giustizia e uguaglianza era proprio la scuola. La scuola come leva per contrastare le povertà. La scuola per conoscere”. (Presidente Mattarella per le celebrazioni, nel 2023, del centenario della nascita di don Lorenzo Milani).
“Per imparare, anzitutto, la lingua, per poter usare la parola. Il don non tollerava distrazioni e sul muro aveva fatto scrivere bene in vista una frase in inglese: “I care”, che significa “me ne importa, mi interessa”. L’ideale era l’interesse comune e il bene di tutti. Don Milani fondò tutto il suo lavoro sull’importanza del possesso della parola. Conoscere bene la lingua ti permette di esprimere quello che hai in testa, di capire gli altri e quindi di sentirti alla pari e anche di difenderti. Dare ai poveri il dominio della parola, fu il suo gesto rivoluzionario”. (Da un’intervista ad un alunno di don Milani)
“Il mondo – diceva don Milani – si divide in due categorie: non è che uno sia più intelligente e l’altro meno intelligente, uno ricco e l’altro meno ricco. Un uomo ha mille parole e un uomo ha cento parole”.
Si parte con patrimoni diversi. Da questa ansia si coglie il suo grande rispetto per la cultura.
La povertà nel linguaggio è veicolo di povertà completa e genera ulteriori discriminazioni.
La scuola, in un Paese democratico, non può non avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discrimine.
Il Cardinal Martini a questo proposito commentava: “Don Milani scrive Parola con la P maiuscola e in corsivo. In tal modo egli intendeva porre l’accento sulla necessità che il credente ha di rivolgere una Parola che impegni ed arricchisca, non una parola qualsiasi, che non impegna chi la dice e non serve a chi l’ascolta, non una parola come riempitivo del tempo». E poi precisava che quando si hanno idee chiare, «di dignità è rivestita persino la parola che spiega un po’ di aritmetica”.
“A me hanno insegnato che il sapere serve solo per darlo. La scuola è l’unica differenza che c’è tra l’uomo e gli animali. Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti.” (da “Lettera a una professoressa” di don Lorenzo Milani 1967)
I RAGAZZI DI BARBIANA, OGGI, CHI SONO?
I ragazzi di Barbiana di oggi si chiamano Mohamed e Kadigia, vengono da tutto il mondo e hanno lo stesso problema linguistico che avevano i piccoli scolari dell’appennino toscano ai quali si rivolgeva il priore, ma adesso su “scala planetaria”. Molti usano per la prima volta la nostra lingua, quindi per noi significa aiutarli a ricostruire il pensiero e la personalità.
In questa chiave il volontariato può rappresentare una formidabile spinta propulsiva per uscire dalla crisi etica in cui siamo invischiati……è un invito, questo, a dare il proprio tempo al doposcuola dell’oratorio che riprenderà ad ottobre.
Gli organizzatori della Sagra Settembrina